Oggi parliamo di una causa che merita la giusta attenzione e che ci riguarda tutti, perché quando si parla di diritti non ci devono essere esclusi. Da dove ha origine il Pride Month? La notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 la comunità LGBTQ+ è stata protagonista di diverse rivolte scoppiate in seguito ad un raid della polizia di New York allo Stonewall Inn, un club gay di Manhattan. Rappresenta quindi una pietra miliare nella storia del movimento LGBTQ+. Da allora si sono susseguite sempre più parate per celebrare l’orgoglio gay, è stata Brenda Howard conosciuta come Madre del Pride ad organizzare la prima marcia LGBT.
Il mese del Pride è così importante perché marca l’inizio di un cambiamento significativo sia all’interno della comunità LGBTQ+ sia a livello sociale.
Com’è la situazione oggi sul luogo di lavoro? Nonostante diverse criticità che vedremo più avanti, oggi ci sono molte aziende che promuovono una cultura inclusiva che tiene conto del benessere dei lavoratori e rispetta i diritti individuali.
Uno studio condotto da Glassdor negli USA evidenzia le difficoltà delle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ nel posto di lavoro:
- Circa il 47% dei dipendenti LGBTQ ritiene che fare coming out a lavoro potrebbe mettere in pericolo la propria carriera (perdita del lavoro, mancate promozioni e passaggi di grado, perdita di progetti importanti a favore di altri).
- Il 53% dei dipendenti LGBTQ dichiara di aver vissuto o essere stato testimone di commenti anti LGBTQ da parte dei colleghi.
- Il 70% dei dipendenti LGBTQ non si candiderebbe per un lavoro in un’azienda che non supporta i suoi dipendenti LGBTQ.
- Circa 7 su 10 dipendenti LGBTQ sostengono che la loro azienda potrebbe offrire maggiore supporto durante l’orario di lavoro.
Nel 2020 sono diverse le aziende, piccole e grandi, che supportano e favoriscono l’uguaglianza di tutti i dipendenti, a prescindere dall’orientamento sessuale.
Indice dei contenuti:
Tutela diritti LGBTQ+: cosa fanno le Big Company?
Cosa fanno le Big Company per tutelare i diritti dei dipendenti appartenenti alla comunità LGBTQ+? Ecco alcuni esempi di aziende che operano nel campo informatico.
Il colosso ha stretto diverse partnership con organizzazioni LGBT per proteggere i lavoratori da possibili discriminazioni; inoltre, il gruppo promuove spesso l’inclusione nelle sue campagne marketing. Come leggiamo nel sito Google Diversity: “Il gruppo è uno dei leader nella celebrazione del Pride in giro per il mondo, informando i dipendenti su programmi e politiche, così da essere un luogo di lavoro inclusivo per chiunque”.
Microsoft
Anche Microsoft è uno dei leader per quanto riguarda i temi di diversity e inclusione con la creazione di GLEAM, un gruppo di risorse per i dipendenti appartenenti alla comunità LGBTQ+: talk, eventi sportivi e culturali, attività di networking, tavole rotonde con i maggiori esponenti dell’argomento, raccolte fondi per organizzazioni LGBTQ+ locali. Un’altra nota di merito: nel 1993 è stata una delle prime compagnie al mondo ad offrire benefit alle coppie dello stesso sesso.
Apple
La Big Company lavora costantemente per assumere dipendenti con diverso background, specialmente gruppi poco rappresentati all’interno del contesto sociale. HRC (Human Rights Campaign) ha valutato l’azienda come Il miglior posto di lavoro per l’uguaglianza LGBTQ per 15 anni consecutivi: Apple infatti sfrutta la potenza del suo brand per lottare a favore dei diritti LGBTQ+, stringendo numerose partnership con organizzazioni riconosciute nel panorama Pride.
L’impegno di Shellrent per i diritti LGBTQ+
Un tema così importante non può essere lasciato esclusivamente alle grandi aziende che hanno sicuramente maggiori risorse e riconoscimento a livello di brand. In Shellrent crediamo che il cambiamento debba partire da ognuno di noi: ecco perché cerchiamo di dare il nostro contributo in questa causa che guarda al rispetto di ogni individuo sostenendo l’uguaglianza e la libertà di genere.
Dal 2019 siamo partner MaiMa, un’associazione con più di 250 soci che opera attivamente ogni giorno per il sostegno dei diritti della comunità LGBTQ+ tramite campagne di sensibilizzazione, eventi e assemblee scolastiche per educare i giovani al tema. Leggi l’articolo sulla nostra partnership.
Come spiegano i nostri CEO, Sandro Sciessere e Nicola Vianelli:
Vuoi unirti alla celebrazione del Global Pride 2020 il 27 giugno? Collegati a questo link per assistere in diretta all’evento: interventi, discussioni, musica e performance per condividere un momento di unione e supporto.