Quando ci troviamo a dover scegliere l’hosting provider ideale per realizzare e far crescere il proprio business online, occorre considerare diversi fattori. Tra questi uno dei più rilevanti è il concetto di uptime del server, che in molti casi può fare la differenza in termini di qualità e di prestazioni.
Pensa a quanto potrebbero essere deleteri per un e-commerce i disservizi: il potenziale cliente non solo non potrà portare a termina la conversione, ma molto probabilmente si affiderà alla concorrenza. Fornire agli utenti un sito web sempre attivo e raggiungibile è, dunque, indispensabile.
Indice dei contenuti:
Che cos’è l’uptime?
L’uptime si riferisce al tempo in cui un server rimane attivo e disponibile, senza interruzioni o malfunzionamenti. Si tratta di una misurazione, espressa in percentuale, che indica la qualità e l’affidabilità del servizio che ospita il sito web.
Se un hosting provider prevede un’alta percentuale di uptime, significa che la sua infrastruttura garantisce un servizio performante.
Perché l’uptime è un parametro importante?
Occorre fare attenzione ai valori di uptime del servizio: per generare conversioni e migliorare l’esperienza utente, infatti, un sito web deve essere online e raggiungibile. I downtime, inoltre, hanno un impatto negativo sull’immagine dell’azienda e sulla fiducia dei clienti.
Le percentuali di uptime possono essere fuorvianti. Un tempo di attività del 99% è sicuramente ottimo, ma significa che l’interruzione dei servizi coinvolge una fascia temporale di 3 giorni e 6 ore all’anno:
- uptime 98% = 28,8 minuti/giorno o 3,4 ore/settimana o 14,4 ore/mese o 7,3 giorni/anno
- uptime 99% = 14,4 minuti/giorno o 1,7 ore/settimana o 7,2 ore/mese o 3,65 giorni/anno
- uptime 99,5% = 7,2 minuti/giorno o 0,84 ore/settimana o 3,6 ore/mese o 1,83 giorni/anno
- uptime 99,9% = 1,44 minuti/giorno o 0,17 ore/settimana o 0,72 ore/mese o 8,8 ore/anno
L’unità di misura complementare è il downtime, che si riferisce al tempo di interruzione dei servizi. Calcolato ugualmente in percentuale, questo valore rende l’idea della qualità di un web hosting. I periodi di disservizi possono essere causati da problemi di configurazione o di rete e da attività di manutenzione dei server, che possono essere programmate o impreviste. L’impatto di eventuali downtime è rilevante anche in ottica SEO, poiché è indice di scarsa affidabilità.
Da cosa dipende il downtime?
Un’analisi condotta da Veeam sostiene che, a livello globale, il 40% dei server (2 server su 5) abbia avuto almeno una o più interruzioni negli ultimi 12 mesi. Negli ultimi due anni, i downtime più frequenti sono stati causati da attacchi informatici e da errori degli utenti.
Più genericamente, il periodo di interruzione del servizio può dipendere da diversi fattori, tra cui:
- manutenzione del server. In questo caso, il downtime viene programmato.
- Intrusione nei sistemi informatici. L’inattività è causata da operazioni malevoli, hackeraggio, attacchi DDoS.
- Errori da parte del team IT. L’errore umano è responsabile di un numero significativo downtime del server, motivo per cui è fondamentale poter contare su personale esperto nella gestione dei server.
- Guasti. È la causa di downtime non programmati, che possono portare i siti web offline diverso tempo. Questo può essere conseguenza di scarsa prevenzione o di imprevisti che, comunque, devono essere messi in conto.
Evitare che accadano imprevisti, infatti, è quasi impossibile. Tuttavia, affidarsi a un web hosting che faccia regolare manutenzione sui server riduce l’incidenza di fluttuazioni e inconvenienti, incrementando allo stesso tempo le prestazioni dei siti che ospita. Infatti, agire in maniera preventiva è il modo più efficace per evitare e ridurre i downtime.