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Domicilio digitale: le comunicazioni della PA arrivano sulla PEC

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Con il domicilio digitale le comunicazioni della Pubblica Amministrazione arrivano sulla PEC

Il 6 luglio entrerà in vigore un nuovo sistema di comunicazione tra Pubblica Amministrazione e cittadini, ovvero l’INAD (Indice Nazionale dei Domicili Digitali) che promette migliori prestazioni in fatto di rapidità ed efficienza.

Da un’iniziativa prevista nella riforma Cartabia, l’INAD consente di ottenere dalla PA comunicazioni ufficiali aventi rilevanza giuridica, come fatture fiscali, multe, rimborsi e altre notifiche, tramite l’invio direttamente al proprio indirizzo di posta elettronica certificata – PEC.

Con il passaggio al formato digitale, tutto ciò che in passato veniva inviato tramite posta cartacea sarà accessibile elettronicamente, segnando un ulteriore progresso verso la digitalizzazione della PA italiana.

La nascita dell’INAD si deve alla partnership tra il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio e InfoCamere, l’AGID e la società responsabile dell’innovazione digitale delle Camere di Commercio.

Cosa si intende per domicilio digitale

Il domicilio digitale definisce lo spazio virtuale che una persona o un ente occupa online. È un luogo in cui viene stabilita e mantenuta la propria identità digitale e dove ci si impegna in varie attività, come socializzare, condurre affari e accedere alle informazioni che interessano.

In buona sostanza, secondo la definizione attribuita dal Regolamento UE n°910/2014 sull’identità digitale (eIDAS), l’indirizzo digitale è essenzialmente un indirizzo elettronico, complementare a quello fisico composto da via, numero civico, CAP e città di residenza, che viene selezionato da un servizio di posta elettronica certificata.

Pertanto, dal 6 giugno tutti i cittadini maggiorenni in possesso di PEC hanno la possibilità di attivare il proprio domicilio digitale su INAD. L’elezione del domicilio, così come la modifica dell’indirizzo PEC e la cancellazione dall’indice, è gratuita. Gli indirizzi sono considerati validi per qualsiasi comunicazione che abbia valore legale, e saranno consultabili a partire dal 6 luglio inserendo semplicemente il codice fiscale della persona di cui si vuol conoscere il domicilio legale.

Chi può registrare il proprio domicilio digitale?

La registrazione sull’INAD può essere effettuata da:

  • persone fisiche che abbiano compiuto 18 anni;
  • i professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi ai sensi della legge n. 4/2013;
  • gli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione nell’INI-PEC (dal 6 luglio 2023).

Quali passaggi sono necessari per attivare l’INAD

Come già specificato, i soggetti in possesso di una PEC hanno la possibilità di utilizzarla come propria residenza digitale condividendo l’indirizzo sul portale. Per aderire a tale innovativo ed efficiente sistema di comunicazione, peraltro non obbligatorio, è necessario accedere al sito domiciliodigitale.gov.it e registrarsi tramite SPID, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Il servizio richiederà innanzitutto l’inserimento dei dati personali, quali nome, cognome, codice fiscale e un indirizzo di posta elettronica tradizionale (non una PEC per intenderci) che verrà utilizzato per l’invio delle notifiche di base.

Dopo aver completato la registrazione, il sistema chiederà di fornire un indirizzo PEC per stabilire la residenza digitale, dove saranno veicolate tutte le comunicazioni ufficiali. Successivamente, si riceve la notifica di attivazione del domicilio.

Quali vantaggi offre l’INAD?

Il domicilio digitale, anzitutto, semplifica gli iter di comunicazione tra PA e cittadino, grazie a una sostanziale diminuzione sia dei tempi che dei costi, non più necessari. Inoltre, tale procedimento automatizzato risponde ai criteri di sostenibilità, in quanto elimina l’enorme utilizzo della carta che caratterizza le spedizioni per via postale.

Nondimeno, aggira la possibilità di mancato recapito, in quanto le email sono in grado di raggiungere autonomamente la loro destinazione digitale, indipendentemente dalla posizione del destinatario.
Ciò significa, altresì, che non sarà più necessario recarsi personalmente all’ufficio postale per ritirare determinata corrispondenza, tipo le notifiche dei crediti d’imposta, le richieste dell’Agenzia delle Entrate e similari dal valore giuridico.

Per concludere

Riassumendo, dal 6 luglio 2023, le organizzazioni governative utilizzeranno anche domicili digitali per le comunicazioni legalmente rilevanti, a condizione che siano accessibili attraverso il registro istituito.

Contemporaneamente, i privati avranno la possibilità di visualizzare l’indirizzo digitale di qualsiasi persona che abbia effettuato la registrazione all’indice.

Infine, è possibile accedere all’INAD attraverso interfacce specializzate, disponibili tramite la Piattaforma Nazionale Dati Digitali (PDND), a partire dalla suddetta data.

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Note sull'autore
Appassionata di comunicazione digitale, in Shellrent scrivo e condivido contenuti tecnici, informativi e novità del mondo IT. Fuori dall'ufficio mi divido tra stadi, montagna e altri angoli del mondo.
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