Il dominio è un asset talvolta sottovalutato, ma che concorre a creare un’identità online ben definita. Il paragone con un biglietto da visita risulta particolarmente calzante: infatti, rappresenta uno degli elementi che un internauta osserverà prima di accedere al tuo sito web. Inoltre, è possibile che il dominio giochi un ruolo determinante nella scelta degli utenti durante una ricerca online.
Presto spiegato, quindi, perché scegliere e registrare il miglior dominio sia importante. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di comprendere insieme le caratteristiche di un dominio efficace e degli elementi strettamente correlati ad esso, come i record DNS e le estensioni (o top level domain).
Indice dei contenuti:
Cos’è un dominio?
Un dominio corrisponde al nome del sito, ossia l’indirizzo univoco che identifica una specifica risorsa su Internet.
Il dominio consente agli utenti di accedere e interagire con contenuti e servizi online in modo più semplice e veloce, questo perché “nasconde” una stringa di numeri che sarebbe alquanto complicato ricordare. Come lo fa?
Un server web è caratterizzato da un indirizzo IP, ossia una stringa numerica (ad esempio, 94.182.716.99) che consente al browser di rivolgersi ad un preciso host per richiamare i contenuti di un determinato sito web.
Per un utente ricordare la serie di numeri è estremamente complesso ed ecco perché, per rendere le cose più semplici, sono stati creati i domini che, attraverso i DNS (Domain Name System), risolvono l’indirizzo IP.
Struttura di un dominio: differenza tra dominio di primo, secondo e terzo livello
Un dominio è strutturato in 3 livelli: prendiamo in esempio il nostro dominio www.shellrent.com per meglio identificarli.
Domini di primo livello
Un dominio di primo livello o TLD (Top Level Domain) indica l’estensione del nome di dominio, nel nostro caso è .com.
Il dominio di primo livello può essere di tipo generico o geografico.
I TLD geografici, abbreviati in ccTLD (Country Code Top Level Domain), identificano il Paese in cui viene registrato il dominio, ad esempio .it per l’Italia, .de per la Germania e così via.
I TLD generici o gTLD (Generic Top Level Domain) possono essere utilizzati per vari scopi: un esempio è il nostro .com.
Negli ultimi anni, l’ICANN (l’ente che gestisce i domini) ha dato il via libera alla registrazione di nuovi gTLD che hanno ampliato la scelta e reso più semplice anche la personalizzazione di un sito web. Pensiamo ad esempio alle estensioni .online, .cloud, .pizza: sono tutte recenti e permettono di definire meglio l’identità del brand e rendere subito chiaro il core business dell’attività.
Domini di secondo livello
Il dominio di secondo livello è il nome vero e proprio del sito web: nel nostro caso shellrent. Solitamente, si sceglie il nome dell’azienda, del prodotto, il proprio nome in caso di consulenti freelance o anche una keyword.
Domini di terzo livello
Il dominio di terzo livello ti permette di realizzare dei sottodomini per il tuo sito web. Nel nostro esempio, il sottodominio è www ma avrai sicuramente visto shop.shellrent.com o ancora guide.shellrent.com.
Il sottodominio è utile per creare delle aree dedicate all’interno del sito con l’obiettivo di definire meglio la sezione, separandola dal resto.
Differenza tra dominio e record DNS
Abbiamo visto che grazie ai DNS, ogni volta che un utente visita un sito web viene effettuata una traduzione dal dominio all’indirizzo IP, e viceversa: questo ci permette di navigare su Internet richiamando in modo semplice il sito web ricercato.
I DNS collegano il dominio al server, individuando il relativo indirizzo IP (es. 216.3.128.12.) in base all’hostname (es. nomesito.it). In sostanza, quando si digita un dominio, la ricerca verifica i nameserver e trova i record DNS per quello stesso dominio.
Quali sono i record DNS
Esistono diverse tipologie di record DNS che possono essere gestite all’interno della zona DNS di un dominio:
- Record A: utilizzato per puntare un dominio nomesito.it al server web su cui risiede il sito, ossia per creare il collegamento tra dominio e indirizzo IP.
- Record AAAA: utilizzato per creare un collegamento tra dominio e indirizzo IPv6. È del tutto simile per funzionamento al record A ma è collegato a un IPv6.
- Record CNAME: utilizzato per creare degli alias di un record A o AAAA e raggiungere lo stesso indirizzo IP. Serve per associare un sottodominio blog.nomesito.it al dominio principale nomesito.it
- Record MX: utilizzato per determinare quali server sono autoritativi per la consegna della posta del dominio nomesito.it e devono obbligatoriamente puntare ad un nome host. Solitamente, il prefisso è sempre @ e il puntamento identificherà le caselle @nomesito.it
- Record TXT: utilizzato solitamente per associare i record SPF al nome dominio per migliorare la consegna delle email e proteggere da eventuale spam.
- Record SRV: creato per identificare quali siano il server, la porta e il tipo di protocollo per uno specifico servizio.
- Record NS: indica quali nameserver sono utilizzati per un dominio.
- Record CAA: specifica quali enti hanno l’autorizzazione a rilasciare certificati per un dominio.
Effettuando la registrazione di un dominio con Shellrent, l’utente può gestire i record DNS direttamente nel pannello Manager. Inoltre, potrà scegliere se mantenere i nostri Nameserver, se affidarsi a Cloudflare o, in alternativa, se gestirli esternamente.
Vanity Nameserver e Glue Records
Scegliere un Vanity Nameserver e impostare i Glue Records può essere d’aiuto in ottica SEO e branding perché maschera il fatto che stai utilizzando dei nameserver condivisi poiché questi avranno lo stesso nome del tuo dominio. Ad esempio, se con un Nameserver condiviso puoi leggere ns1.serverlet.com, con un Vanity Nameserver vedrai nome-a.iltuodominio.net.
Questa funzione è disponibile per tutti i clienti Shellrent con zona DNS standard e consente, appunto, di mostrare i Nameserver uguali al nome di dominio, mascherando quelli pubblici o condivisi da noi, che comunque resteranno gli effettivi Nameserver interrogati dai DNS.
Consigliamo i Vanity Nameserver specialmente per grandi aziende e rivenditori che, in questo modo, potranno offrire un’immagine più definita e coordinata del proprio brand.
Per impostare i Vanity Nameserver e i Glue Records segui la nostra Guida.
Estensioni di dominio (TLD): come scegliere quella migliore?
Come anticipato, le estensioni geografiche vengono delineate in due macroaree:
- I ccTLD, che vengono assegnati ad un Paese specifico dall’ICANN. Ogni ccTLD è composto da 2 lettere (.it, .uk, .fr, .de, ecc.), ma i parametri e le condizioni di registrazione possono essere definite in modo autonomo.
- I gTLD, che sono variabili in termini di lunghezza e comprendono estensioni che richiamano diversi settori o attività.
Difficile dire quale scelta sia la più adatta per il tuo specifico progetto web, perché dipende dallo scopo del sito. Tuttavia, possiamo fare delle valutazioni in base alla:
- Strategia di marketing: le TLD generiche offrono spesso maggiori spunti in termini di marketing, promozioni e branding. Pensiamo ad esempio ai TLD .blackfriday, .events, .deals e così via.
- Obiettivi: intendi realizzare un e-commerce? Un’estensione come .shop o .store potrebbe essere ideale per definire la tua attività online. Gestisci una pizzeria? .pizza potrebbe essere la soluzione più pertinente. In base al tuo scopo, dunque, orientati verso l’opzione più affine per comunicare in modo chiaro e immediato la natura del tuo business online.
- Localizzazione: un TLD geografico denota una specifica localizzazione virtuale del sito web in questione. Può risultare una scelta vantaggiosa, soprattutto in circostanze in cui l’attività si rivolga a una determinata area geografica o in ambito di progetti con caratteristiche peculiari.
- SEO: non ci sono particolari differenze in ottica SEO perché sia i TLD geografici che generici sono ampiamente riconosciuti da Google e dagli altri motori di ricerca.
- Disponibilità: verifica la disponibilità del dominio che intendi registrare. Potresti dover esplorare alternative qualora il nome sia già stato registrato. Tuttavia, la scelta dell’estensione è davvero ampia.
Qual è il miglior dominio per il proprio sito web?
Nella fase di scelta del dominio occorre, anzitutto, tenere conto di 3 fattori:
- Fattore umano: il dominio deve semplificare la vita agli utenti che ti cercano online e digitano il tuo indirizzo sulla barra di ricerca: in sostanza, deve essere semplice sia da digitare che da ricordare.
- Fattore SEO: la SEO è una materia in continua evoluzione. L’inclusione di una parola chiave nel dominio potrebbe migliorare il posizionamento nella SERP, principalmente grazie alla pertinenza rispetto alle query degli utenti. Nella fattispecie, l’utilizzo di una keyword può comunicare agli utenti che all’interno del tuo sito possono trovare risposte alle loro domande o risolvere i loro dubbi.
- Fattore brand: il dominio dovrebbe differenziarti dai competitor, rendere unico il tuo sito web e rappresentare al meglio l’attività svolta e la tua brand identity.
Come scegliere il miglior dominio?
Quali sono, dunque, le best practices per scegliere un dominio efficace? Proviamo a riassumerle di seguito.
Scegli un dominio breve e memorabile
Scegliere un dominio con un nome lungo e complesso potrebbe confondere gli utenti che vogliono raggiungere il tuo sito web per informarsi sulla tua attività o business.
La lunghezza di un dominio può arrivare intorno ai 60 caratteri: sfruttandoli tutti potrai rendere chiaro sin da subito il tuo business ma, al contempo, potresti rendere il nome difficile da ricordare.
Se hai un brand nuovo o poco conosciuto, ti consigliamo di orientarti su un nome di dominio breve, facile sia da ricordare che da digitare, come evidenziamo nel punto seguente.
Rifletti la tua brand identity
Il tuo dominio dovrebbe esattamente dire chi sei. Il suggerimento è quello di includi il nome del tuo brand o della tua azienda. Puoi aggiungere una parola chiave per meglio delineare il tuo business.
Keyword nel dominio
L’inserimento di keyword nel nome di dominio in un’ottica di ottimizzazione SEO potrebbe essere una strategia utile, ma al contempo rischiosa.
In generale l’utilizzo di parole chiave deve essere pertinente e naturale rispetto ai contenuti presenti nel sito web. Ti consigliamo di utilizzare il brand come prima scelta e ripiegare sulle keyword solamente se queste si calano perfettamente nel ruolo, aiutando gli utenti a comprendere l’argomento del sito.
Le keyword, spiega Google, possono aumentare le probabilità che le tue pagine web vengano visualizzate dagli utenti che stanno cercando prodotti o servizi correlati.
Tuttavia, presta molta attenzione a individuare le giuste parole chiave: ricorda che il tuo dominio deve essere chiaro ai tuoi visitatori e dal motore di ricerca stesso. Inoltre, evita di fare keyword stuffing: inserire nei contenuti, così come nel dominio, diverse parole chiave potrebbe comportare una penalizzazione.
Le estensioni di dominio
Le estensioni di dominio sono davvero tante, proprio per questo potrai trovare quella più indicata per il tuo progetto web.
Ad esempio, per un business online attivo nel settore moda la scelta è ampia. .store, .shop, .boutique: le alternative non mancano.
Se sei più vicino al mondo delle arti e dello spettacolo, il .art o il .music (in attesa del via libera) possono fare al caso tuo.
Sei uno sportivo? Anche in questa circostanza le soluzioni non mancano: il .fitness o il .bike potrebbero fare la differenza e spingere gli utenti a visitare il tuo sito web.
Evita numeri e trattini
Ci sono opinioni discordanti ma molti ritengono che numeri e trattini possano portare confusione ed errori negli utenti che digitano il nome del tuo sito. Numero arabo o romano? Trattino alto o basso? Un errore potrebbe far finire l’utente sul sito web di un tuo competitor.
Quanto conta la storia di un dominio?
Una volta scelto il nome di dominio desiderato, prima di procedere con la registrazione ti consigliamo di controllare la sua storia: questo perché, se in passato quel dominio è stato usato in modo controverso, potrebbe causare impattare negativamente sulla tua attività.
Ad esempio, in passato potrebbe essere stato usato per pratiche black hat SEO, per siti di scommesse, o essere finito in liste spam.
Ecco perché ti suggeriamo di effettuare una due diligence del tuo dominio sfruttando strumenti semplicissimi che puoi trovare direttamente online. Di seguito ti elenchiamo i 3 principali e le relative funzioni.
Due diligence sul dominio con Wayback Machine
Wayback Machine è uno degli strumenti più conosciuti per vedere esattamente com’è stato utilizzato un nome di dominio nel tempo: basterà inserire il dominio nell’apposito campo per vedere la cronologia. Scorrendo le varie immagini, potrai determinare se il dominio è stato utilizzato in modo inappropriato.
Due diligence sul dominio con DomainIQ
DomainIQ fornisce diversi strumenti per analizzare la cronologia e lo stato di un determinato dominio. Tra i dati forniti troviamo la cronologia Whois per sapere chi fosse il proprietario del dominio nel corso del tempo, la cronologia hosting per vedere a quale IP ha puntato il dominio e i contrassegni, ossia l’indicazione di eventuali problemi in passato su quel dominio.
Alcune funzionalità richiedono un paywall.
Due diligence sul dominio con Google
Ovviamente, non potevamo non menzionare il colosso Google. Cercando il tuo dominio come Site:nomesito.it potrai vedere tutte le pagine indicizzate. Ancora, digitando “miosito.it” troverai tutti i riferimenti al nome di dominio, comprese le notizie, per trovare eventuali collegamenti con impatto negativo.
Effettuare una due diligence completa può aiutarti ma che, ovviamente, non previene al 100% la possibilità di problematiche sul tuo dominio.
Proteggi il tuo brand acquistando diverse estensioni
Acquistare diverse estensioni è un’ottima strategia per proteggere meglio il tuo dominio dai competitor e contrastare la violazione del tuo brand online. Ad esempio, nel caso di un sito nomedominio.com potrebbe essere utile registrare anche ulteriori varianti di quel nome, come nomedominio.it o nomedominio.eu.
Shellrent ti offre il servizio Brand Protection grazie al quale potrai registrare 5 domini con estensioni internazionali o generiche, applicando uno sconto di acquisto del 15% sul tuo ordine.
Come registrare un dominio con Shellrent
La registrazione del dominio è l’ultima fase, quella che ti permette di ottenere il tuo indirizzo web. Prima di procedere alla registrazione bisogna considerare i punti trattati nei paragrafi precedenti ma, possiamo ricapitolare la procedura nel seguente modo.
- Scegli l’estensione di dominio: Shellrent mette a disposizione quasi 1400 opzioni, dai classici .com o .it alle nuove gTLD, studiate per personalizzare al massimo ogni tipologia di business.
- Scegli il nome di dominio: ovviamente, oltre al TLD dovrai decidere anche il dominio di secondo livello, ossia il nome vero e proprio del tuo sito web. Puoi seguire i consigli che ti abbiamo elencato precedentemente.
- Controlla che il dominio scelto sia disponibile: il mondo web è in continua espansione e potresti rischiare di trovare già occupato il dominio scelto. Ti consigliamo di eseguire questa azione contestualmente alle prime due fasi, in modo da non perdere tempo a cercare il dominio perfetto, rendendoti poi conto che è già stato registrato.
Se il dominio è già occupato puoi procedere in due modi:- Cercare un nome alternativo per il tuo sito web;
- Approfittare del nostro servizio Backorder per monitorare lo stato di utilizzo del dominio e registrarlo automaticamente non appena diventa disponibile.
- Informati sulla storia del dominio: ricorda sempre di effettuare una due diligence sul dominio in modo da scoprire se in passato è stato utilizzato in modo controverso.
- Procedi alla registrazione del dominio: una volta analizzate tutte queste cose, puoi registrare il tuo nome di dominio direttamente dalla nostra area riservata: ti basterà inserire il nome di dominio e cliccare su Acquista.
Se acquisti contestualmente un Web Hosting, il dominio è incluso gratuitamente il primo anno.
Come trasferire un dominio in Shellrent
Trasferire un dominio dal tuo provider a Shellrent è una procedura semplice, che richiede pochi step. Prima di iniziare dovrai assicurarti di:
- Avere il codice authcode: puoi richiedere l’authcode (a volte chiamato anche authinfo o codice EPP) al tuo precedente provider.
- Sbloccare il dominio (unlock): se il dominio è in stato di lock non potrai modificare l’intestazione e procedere con il trasferimento.
- Disattivare Whois Privacy: durante il trasferimento dovrai disattivare Whois, che serve per nascondere i dati personali dell’intestatario del dominio.
Dopo aver acquistato il dominio, per avviare la procedura di trasferimento, basterà accedere alla tua area clienti e, alla voce Domini, potrai visualizzare l’elenco dei tuoi domini. Entra sul dominio che intendi trasferire e compila il form con le informazioni richieste.
I tempi di trasferimento dipendono dal registro di competenza: per fornirti alcuni esempi, il passaggio di un dominio con estensione .it avviene alla mezzanotte appena successiva all’inserimento del codice AUTHINFO. Le estensioni .com, .net, .org prevedono una tempistica di trasferimento di circa 7 giorni.
Qualora volessi migrare il tuo sito web in Shellrent, dovrai:
- acquistare il piano web hosting;
- effettuare la migrazione;
- avviare il trasferimento del dominio.
Quali sono i migliori web hosting?
Affinché tu possa portare online i tuoi contenuti, oltre a registrare un dominio dovrai acquistare un hosting, ovvero la porzione di un server che ospiterà pagine, file, immagini e il database utilizzato per realizzare il sito web.
Web hosting è un termine generico che può indicare sia uno spazio condiviso che uno spazio dedicato, in base alle proprie esigenze.
Un hosting condiviso, come suggerisce il termine, è uno spazio che attinge le risorse da un server fisico che ospita diversi siti web. Questa soluzione è ideale per imprese di piccole e medie dimensioni, per siti vetrina o progetti con traffico moderato.
Nel caso di un hosting dedicato, il server è ad uso esclusivo di un utente; ciò consente di gestire in autonomia il progetto web grazie all’accesso a un pool dedicato di risorse.