In fase di sviluppo di un sito web, uno dei passaggi iniziali consiste nella selezione dell’estensione di dominio. Sebbene possa sembrare un aspetto trascurabile, la scelta del giusto top-level domain (TLD) può contribuire ad aumentare la visibilità del tuo progetto online.
In quest’ottica, può essere utile conoscere quali siano i consigli che Google stesso fornisce sulle estensioni.
Indice dei contenuti:
Estensioni di dominio: cosa sono
Quando ci si riferisce alle estensioni di dominio, conosciute anche come TLD, si definisce la parte finale di un indirizzo web, che seguono il nome del dominio. Per esempio, tenendo in considerazione il dominio www.shellrent.com, l’estensione di dominio è .com.
Quest’ultima è tra le TLD più anziane del web e accompagna la maggior fetta di tutti i siti web presenti su Internet.
Quali tipologie di estensioni esistono?
Le estensioni di dominio possono essere suddivise in diverse categorie, gTLD e ccTLD rappresentano le tipologie principali:
- gTLD: queste estensioni di dominio sono generiche, non essendo legate a una particolare area geografica o settore. Le estensioni più comuni sono .com, .org, .net e .info.
- ccTLD, dette geografiche, sono legate al Paese di riferimento e a un territorio ben circoscritto. In questo caso, .it è icona dell’Italia, .fr della Francia, .de della Germania.
Estensioni di dominio: i consigli di Google
La scelta dell’estensione di dominio potrebbe essere rilevante per catturare e veicolare il traffico sul web.
Google, in merito, evidenzia come sia molto più importante valorizzare il proprio brand che pianificare una strategia basata sulle parole chiave. Il colosso californiano mette in luce tre concetti principali, legati tra di loro.
In una discussione tra John Mueller, Gary Illyes e Martin Splitt, sono stati esposti diversi argomenti al fine di comprendere se l’estensione di dominio avesse un ruolo rilevante nel posizionamento delle ricerche di Google, ovvero se le TLD potessero avere un’incidenza diretta sulla SEO.
I tre esponenti di Google hanno evidenziato che non è facile definire la linea di demarcazione per queste due tematiche, dato che entrambe le condizioni sono funzionali all’ottimizzazione sul motore di ricerca.
In linea generale Illyes afferma che, tenendo conto della sola ricerca su Google, l’estensione di dominio non sia la componente principale, dato che Google stesso tende a valorizzare maggiormente i contenuti.
Tale ragionamento si estende anche al ruolo dei trattini; infatti, per il motore di ricerca non cambia nulla se sia presente o meno un trattino, anche se tale elemento può essere utile per una maggiore facilità di lettura all’utenza.
Discorso diverso, invece, per quanto concerne il punto di vista dell’utente che, come afferma Illyes, in questo caso è molto più influenzato dalla parola chiave presente nel dominio. Se per il motore di ricerca non vi è alcuna differenza se l’estensione di dominio sia .com oppure .shop, per l’utenza che ha bisogno di cercare un determinato sito web, ciò può influire in modo significativo.
Vi è, quindi, una maggiore propensione degli utenti a cliccare sui domini accompagnati da estensioni che hanno un riferimento diretto con ciò che stanno cercando, svincolandosi da quelle che potenzialmente non potrebbero risultare utili ai fini di ricerca.
Interessante invece come Mueller tenga a precisare che per una maggiore ottimizzazione sui motori di ricerca sia molto più importante concentrarsi sul brand che sulle parole chiave. Mueller evidenzia come un’azienda possa evolversi nel corso del tempo, diventando multidisciplinare e, di conseguenza, abbracciando nuovi prodotti o servizi. Scegliere un TLD generico in questo caso può aiutare, perché può rispondere positivamente ai cambiamenti e alle novità.
Un’estensione di dominio versatile consente di modificare la finalità di utilizzo del proprio sito web, mentre una soluzione con parola chiave potrebbe limitare tale possibilità.
Conclusioni
La squadra di Google, in sintesi, consiglia di incorporare le parole chiave nelle estensioni di dominio solo se guidate da una reale strategia aziendale, che si prospetta essere continuativa nel corso del tempo:
1. Inserisci le parole chiave solo se realmente pertinenti e utili a portare più traffico.
2. Le TLD non influiscono direttamente sul posizionamento nei motori di ricerca, ma possono influenzare i “click” degli utenti.
3. Registra un dominio che possa essere in linea con il tuo brand anche a lungo termine.
Il team di Google consiglia di puntare molto sul proprio brand piuttosto che sulle parole chiave all’interno delle estensioni di dominio, tranne nel caso in cui si possa instaurare una correlazione perfetta. Ad esempio, un riveditore di biciclette potrebbe creare un negozio online utilizzando sia il nome del brand che la TLD affine, ad esempio nomeazienda.bike, così come un e-commerce potrebbe utilizzare l’estensione .shop o .store.
Shellrent, in questo senso, mette a disposizione un ampio ventaglio di soluzioni tra cui scegliere, oltre 1400.