Gli attacchi informatici non si arrestano e, a farne le spese, è un’azienda su sette. È quanto si apprende dal report pubblicato dall’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano a fine febbraio 2023.
Quella della sicurezza informatica è, oramai, una tematica centrale e non più procrastinabile. Per nessuna azienda, di grande o piccola dimensione. Non a caso, lo studio ha anche riscontrato una maggiore consapevolezza circa i rischi derivanti dalle minacce informatiche. Consapevolezza che ha convinto molte aziende a dare priorità agli investimenti in sistemi di protezione e sicurezza delle infrastrutture.
Troppo elevati i rischi di dover correre ai ripari solamente quando la situazione lo impone. A quel punto, infatti, l’attacco cyber potrebbe già aver pregiudicato gravemente la continuità aziendale. L’arma migliore è, dunque, la prevenzione.
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Cyber attacchi: alcuni dati
Come anticipato nelle prime righe, gli attacchi informatici sono in continuo aumento. In particolare, nel primo semestre del 2022 il Clusit ha rilevato 1.141 (+8,4% rispetto allo stesso periodo del 2021) tentativi malevoli che hanno interessato anche infrastrutture critiche.
Gli attacchi hanno danneggiato in particolar modo il 14% delle organizzazioni, che hanno riscontrato interruzioni del servizio, ritardi nell’operatività con conseguenze che hanno anche toccato la sfera della brand reputation.
Aumentano gli investimenti in cybersecurity
Nel 2022, il 61% delle organizzazioni sopra i 250 addetti si è decisa ad aumentare gli investimenti per la sicurezza informatica. È così che, nel corso dell’anno passato, il mercato della cybersecurity ha raggiunto 1,86 miliardi di euro, facendo registrare un incremento del 18% rispetto alla spesa del 2021.
Più nello specifico, in Italia il rapporto tra spesa e PIL si attesta ora allo 0,10%, un dato in lieve crescita considerando lo 0,08% dell’anno precedente ma ancora lontano dagli altri Paesi del G7. Stati Uniti e Regno Unito fanno registrare un rapporto dello 0,31%, Francia e Germania dello 0,19% e lo 0,18%.
Quote mercato
Entrando nei dettagli della spesa, la metà è stata destinata a servizi e l’altro 50% a soluzioni di sicurezza. Riguardo queste ultime, spiccano Endpoint and Extended Detection and Response, SIEM, Identity & Access Management, Vulnerability Management e Penetration Testing.
Per tipologia, invece, le quote maggiori sono dedicate ad aspetti di security tradizionali, ma le componenti più innovative vedono un importante aumento. Al primo posto la categoria di Network & Wireless Security con il 26% di investimenti, seguita da Endpoint Security (23%) e Cloud Security (14%).